In questi ultimi mesi, sicuramente da quando mia figlia è andata a vivere con il fidanzato, mi rendo conto che tornare a casa ed avere i gatti è una mia piccola “ancora di salvezza” per non subire il colpo del “nido vuoto” di cui parlano tutti i trattati di psicologia.
Avevo scritto un post in cui evidenziavo la mia preoccupazione per i gatti, lasciarli da soli quando io sono via, ben sapendo che io sono via spesso, per lavoro ma ancor più spesso per amore. Avevo scritto che per egoismo volevo provare a tenerli e gestirli facendomi aiutare da vari amici che potevano andare a casa mia a curarli in mia assenza. Quando avevo scritto quel post, ero certa che fosse per puro egoismo mio, ma avevo forti dubbi sul fatto di poter gestire questa cosa, perché comunque si sa che un animale è un impegno (figuriamoci due), e i gatti li avevo presi principalmente per mia figlia, che ora non c’è più ed i gatti non li vuole (strano, vero?)
Ultimamente ho fatto un pensiero sul mio rapporto con gli animali domestici, che nel corso della mia vita sono stati un buon numero. Parto dal ricordo di me bambina, io sono cresciuta in una fattoria, ero circondata continuamente da “bestie” (da noi il termine indica qualsiasi animale 🙂 ) e sono cresciuta tra anatre, galline, conigli, cani, gatti… bestie adulte, cuccioli, in inverno portavamo in casa ceste di neonati per tenerli vicino alla stufa al caldo, ho infiniti ricordi di ceste di minuscoli gattini, pulcini, coniglietti, minuscoli anatroccoli… per me vivere in mezzo agli animali è sempre stato normale. Allo stesso tempo però, non ho mai avuto a fondo la concezione di “animale domestico”, perché erano tutti animali da fattoria. Da grande, in casa, ho avuto gatti, conigli, pesci rossi, cavie, cincillà, cani… li ho avuti e persi, per morte naturale, per averli regalati, e così via. Ne ho sofferto ma non me ne sono mai fatta una “malattia”. Anche quando ho dovuto lasciare il MIO (lo chiamo ancora mio, ancora oggi) cane alla mamma di M, sono stata male e ancora oggi quando lo sento abbaiare mi affaccio per guardalo passare. Mi dispiace e mi manca tantissimo, ma fa parte della vita e mi ripeto che in fondo, “è un animale”, per quanto parte della famiglia e di casa, però riesco a farmene una ragione.
Con questi due gatti invece, mi rendo conto che sto cambiando. Sicuramente perché ho la “sindrome da nido vuoto” e mia figlia non è più a casa con me. E loro due invece, sono lì. Mi è capitato per la prima volta in queste feste natalizie, di sentire forte la loro mancanza. E’ stato strano, perché normalmente ho sempre sentito fortissimo la mancanza di mia figlia (come inevitabilmente è capitato anche quest’anno), ma questa volta mi è partita questa fortissima mancanza nei confronti dei gatti.
Vabbè. Penso sia una cosa normale visto “il nido vuoto”.
Volevo più che altro fare un post da vecchia gattara in cui parlo di quanto sono bellissimi e speciali e amorevoli i miei due gatti meravigliosi! 😀